sabato 29 aprile 2023

Ciò che puoi vedere di Maria Allo





Ciò che puoi vedere
sono le foglie qui intorno in questo vento
con i passi nell’erba e il traslato negli occhi
della primavera che torna
anno dopo anno
uno sciame d’erba si sfibra in battiti di ciglia
Forse la ferita sta a monte
nei bagliori sulle cortecce dei vivi
fino alla soglia
fino a dove non siamo più
o forse nella storia aperta di ognuno
fino al fiorire dei mandorli

Creare un piccolo fiore è lavoro di secoli


[testo di Maria Allo, foto di Davide Anselmi]

domenica 5 marzo 2023

A Iosif Brodskij di Sergio Daniele Donati




Nel Regno del Silenzio

Sono stanco, Iosif,
la mano nell’acqua,
tra le selci, si squama.
Non tiene più la penna;
cade, piega la punta
e lascia sul foglio
macchie d’inchiostro
e sangue. 

Carezza la mia nuca
come allora;
lo sguardo è spento
e le scintille delle mie
braci tacciono,
nella cenere. 

Fratello maggiore,
senza lenticchie
ti chiedo aiuto. Ancora.
Come allora. 

È ora che m’immerga
nel mare tuo
della dimenticanza
e ho paura.

[da Il canto della Moabita, 2021]

martedì 24 gennaio 2023

Questo sentimento di nullità di Giuseppe Vetromile




Avrei voluto fermare il tempo a mezz’aria
al culmine dello svago
o nel bel mezzo d’una poesia sulla punta delle labbra
concludere un anno di felicità
e ripensare a quello successivo ancora più gaio
Avrei voluto proseguire il sogno nel sogno
continuare i miei passi sul mare o nel cielo
libero da ogni stagione e da ogni panno indecente
trastullarmi ancora un poco con le parole in croce
affannarmi a trovare quelle giuste
quelle adatte a significare un amore
Ma poi il grigio
ma poi l’ombra sospetta e deleteria accanto agli occhi
ma poi il dubbio che si insinua nelle fessure dell’anima
e questo sentimento di nullità che mi pervade
e ricado indietro
nel vortice ineluttabile
che tutto vanifica
Avrei voluto fermare il tempo
ma la foglia cade ancora e sempre
quand’è autunno!
e tutto ricomincia di nuovo dopo
anche senza più il mio sorriso
e il mio affannoso cercare.

[Giuseppe Vetromile, da Proprietà dell’attesa, RPlibri, 2020]

venerdì 30 dicembre 2022

Fratello mio, tu caro di Anna Maria Curci

 


Mein lieber Bruder, wann bauen wir uns ein Floß
und fahren den Himmel hinunter?
(Ingeborg Bachmann)

Seppi volare un giorno questo cielo
distesi le ali in sogno -
(Fabio Micheli)

fratello mio, tu caro
pur se è finito il gioco
risaliremo il corso
su zattere, su chiatte

fratello mio, tu caro
dimentica l'apnea
la resa, andare a fondo
prima del salvataggio

fratello mio, tu caro
intoniamo quel canto
che travolti dai giorni
imparammo orecchiando

[da Insorte, Anna Maria Curci, Il Convivio 2022]

lunedì 19 dicembre 2022

Due di Erri De Luca




Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
Saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.

[Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo, Feltrinelli, 2005]

venerdì 18 novembre 2022

Una poesia di Marina Minet




Cosa sogneremo domani
quando lo spavento diventerà una storia
trascritta come un gesto già compiuto
da raccontare antica come il pane.
Cosa penseremo domani
benedicendo il grano sui gradini
mentre i tralci dell’uva già raccolta
cadranno sbiaditi sotto i passi.
Cosa seguiremo domani
senza le vesciche della corsa
senza la sabbia incollata alle infradito
senza una preghiera segnata in calendario
da recintare gioia tutt’insieme.
Cosa guarderemo domani
maturi come le parole
un treno sempre in sosta sui binari
per tante scarpinate da confidare al cielo.
Eravamo ciechi proprio ieri
con gli alberi a ridosso
la bocca sudata dall’amore
e il grido dei bambini nelle piazze.
Cosa conteremo domani, mio Dio
le schiene distese sulla terra
e miglia di zattere per file già sommerse
ora che a stento sonnecchiamo
chiudendo le finestre in faccia all’altro
in una guerra che tutti ci perdona.

(#Restiamo a casa)

[Marina Minet - inedito]

domenica 9 ottobre 2022

Tre fili d'attesa di Maria Pina Ciancio


E' uscito il nuovo libro di  Maria Pina Ciancio a cura dell'Associazione Culturale LucaniArt con interventi interni di Anna Maria Curci, Abele Longo e una stampa illustrata di Stefania Lubatti.

"Come non essere di parte dinanzi a una strada che spianandosi con grazia conduce teneramente alla meta. Ogni volta che una lettura intrattiene, in fondo aspiriamo a questo, sebbene nel mentre ci lasciamo cullare osservando con dovizia il suo paesaggio, che sia limpido o nebbioso, è questo che cerchiamo. Una meta compiuta, illuminante, dove grati e sfamati riposare con la certezza di una risposta nuova. Oltre l’ultimo verso di Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, ho trovato esattamente questo. L’esposizione poetica volta a una terra mai sepolta, pulsante come coscienza in sé, circondata da volti reali, tangibilmente compresi e amati e da luci sorelle molto care al mio sguardo. Nessuna ovvietà, nessuna imboscata nella sua poesia che fa del quotidiano quadri incisi sulla pelle. Solo devoto e umano splendore".  (Marina Minet)

 

 

Talvolta basta uscire per strada 

per riannodare gli orli 

sfilacciati di un pensiero

 


Dopo la guerra dell’inverno

c’è chi parte e c’è chi resta

(…)

Gennaro e Vincenzino

sillabano il tempo

in anelli di fumo irregolare

e aspettano i ritorni

tra la ringhiera scorticata

e i gerani smarriti al grande cielo

 

*

 

C’è odore di fresco e di pulito la mattina

quando esci sull’orlo spiegato della strada

odore di pane e di giornali

e voglia di trovarsi dentro un’altra storia

magari in quella del barbiere

scampato ieri notte all’aggressione

che fischietta spensierato sollevando la persiana

 

*

 

Ci sono notti difficili da dormire qui

per quel piccolo cane a tre zampe del vicino

che abbaia in cima alle scale

e rivendica ai passanti

l’equilibrio sbilanciato e senza nome

della strada


poesie 2006-2007 

(pag. 6)


Poesie tratte da Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, a cura dell’Associazione Culturale LucaniArt, settembre 2022


Maria Pina Ciancio di origine lucana è nata a Winterthur (CH) nel 1965. Trascorre la sua infanzia tra la Svizzera e il Sud dell’Italia, dove ha vissuto coniugando la passione per l’insegnamento a quella per la poesia e la scrittura. Viaggia fin da quand’era giovanissima alla scoperta dei luoghi interiori e dell’appartenenza, quelli solitamente trascurati dai flussi turistici di massa, in un percorso di riappropriazione della propria identità e delle proprie radici. Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i sue raccolte poetiche più recenti ricordiamo Il gatto e la falena (Premio Parola di Donna, 2003), La ragazza con la valigia (Ed. LietoColle, 2008), Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro (Fara Editore, 2009), Assolo per mia madre (Ed. L’Arca Felice, 2014) Tre fili d’Attesa (LucaniArt, 2022). Ha vinto diversi premi e d è inserita in antologie e riviste di settore. Dal 2007 è presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt.

https://cianciomariapina.wordpress.com/

giovedì 24 febbraio 2022

Soldati di Marina Minet

 

La guerra che ritorna


Quali lamenti racconta la terra
ieri le madri cullavano l’alba e ancora è così
Le braghe degli uomini puzzano ancora
si sente il latrato dei cani fin dentro le ossa
Gli estremi dei poli congiungono le frasi
di chi la pietà la conserva nei polsi
fra le lancette degli orologi rotti

Il no che richiude le porte
Le tasche dei morti contengono niente
l’ultima preghiera ch’era in vita
finita a metà con il pianto dell’infanzia
freddato dagli scoppi

soldati di rabbia per chi li comanda
soldati d’amore per chi li saluta
le file che restano rimpiangono la noia
gli abbracci segreti e i petali dei fiori
caduti sopra i tavoli
al grido dei bambini in festa 

(l’invasione, febbraio 2022)

[Marina Minet - inedito]

martedì 7 novembre 2017

Non mi lascerai annegare di Griselda Doka





IV.

Non mi lascerai annegare
quando il vento sfuma gli scogli
e la luce ferisce
le pupille dei gabbiani
non lasciarmi affondare 
ora che sono la tua preghiera disperata
e al ciel sereno
quella gratuita bestemmia
afferrami le dita
e conducimi a te
oltre le tue mani ci sono già stata
credimi
il porto è una grande menzogna
con navi pericolanti
che sanno di ruggine
e di acido che ti porti addosso
quando non distingui il sudore
dalle onde o dalle lacrime

(Griselda Doka, da Solo brevi domande esiliate, Fara Editore 2015)

lunedì 6 novembre 2017

I fiori vengono in dono di Amelia Rosselli


I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.

Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.

Puntando ai semi distrutti
eri l'unione appassita che cercavo
rubare il cuore d'un altro per poi servirsene.

La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.

Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d'un albergo immaginario
v'erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.

Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.

Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.

[Amelia Rosselli, da Documento, 1966-1973]

martedì 31 ottobre 2017

C'è un istante di Biagio Salmeri


C’è un istante
quando il fiume s’asciuga
nel letto

in cui è dato ripercorre a ritroso
la propria vita

fino alla fonte

alla bocca della madre
aperta
nel gridare la nascita

che ora vuota
e silenziosa pare
ingoiare la terra


(Biagio Salmeri, da Accessi remoti)

venerdì 27 ottobre 2017

Preghiera per i liberatori di Lucio Zinna


Liberaci o Signore
dalla prepotenza di coloro
che hanno sempre qualcuno
da liberare.
Liberaci da questa loro
anomala schiavitù.

Libera nos Domine
dai liberatori
tradiscono se stessi
e i liberati
odiano i conquistatori
e li sostituiscono.

Lascia o Signore
che trovi ciascuno
il necessario impulso
ad ogni liberazione.
Che ciascuno possa liberarsi
(da solo o in compagnia)
liberamente.

[Luciao Zinna, da Bonsai]

giovedì 26 ottobre 2017

Hai visto la luna dei poveri? di Vincenzo D'Alessio


Hai visto la luna dei poveri?
È così bianca, così vuota
non scalda, si spinge tra
il buio e le nuvole raccoglie
il gelo delle notti.

Quanti giri nel cielo compie
la luna prima che venga
il sole a illuminare le sventure


[Vincenzo D'Alessio, da “La tristezza del tempo” 2014]

mercoledì 25 ottobre 2017

Lucania di Francesco Arleo


Mia madre non si chiede perchè è nata quì,
noi siamo figli innervati di silenzio

mia madre non si chiede perchè siamo scappati.
Noi siamo i dispersi
laureati raccomandabili
camerieri al Caffè Canova
cuochi di Holloway road
inquilini sotterranei
portieri di Milano
facchini di Boulevard Saint Germain
stallieri nelle Pampas
puttanieri d'ogni luogo
locandieri di Buenos Aires
predatori gentili di Montecarlo
morti di fame a Caracas
siamo i tuoi figli.

Lucania
non sei verdi declivi, faggi o versi d'Orazio

tu sei i tuoi dispersi.

[Francesco Arleo - da Le parole sono amanti, 2001]

Porto in salvo dal freddo le parole di Francesco Scarabicchi


Porto in salvo dal freddo le parole,
curo l'ombra dell'erba, la coltivo
alla luce notturna delle aiuole,
custodisco la casa dove vivo,
dico piano il tuo nome, lo conservo
per l'inverno che viene, come un lume.

[Francesco Scarabicchi -da Il prato bianco]

Camminano sulle zampe dei gatti di Rocco Scotellaro



Improvvisa la sera ci ha toccati
me, le mie carte, la pezza di luce
sui mattoni della stanza.
E' tanto imbrunito
che mi sento addosso paura.
Ha ripreso la vita
dei piccoli rumori.
Sono sui tetti le anime
dei morti del vicinato,
camminano sulle zampe dei gatti.


[Rocco Scotellaro, da E' fatto giorno]

sabato 21 ottobre 2017

A Edith di Marina Minet





“Il Cielo non prende niente
    senza ripagare smisuratamente”
    (Edith Stein)

Arrivò così la sera
come una caduta di foglie al frangere del vento
e niente m’impaurì
né il silenzio né la pace
né la strada smarrita sulla fronte.

Quale schianto avrebbe potuto piegarmi
se la bocca benediva il fango
a ogni respiro
e tutte le pietà sembravano straniere
riflesse nella croce di mio padre.

Arrivò così la sera, in un cercare di sguardi
col ticchettio dell’orologio come prova
di quell’attesa santa
deposta sulla sorte senza una preghiera.

(a Edith Stein)


[Marina Minet, da Scritti d'inverno, Print Me Editore 2017]

giovedì 11 settembre 2014

Cade a pezzi di Vittorio Bodini


Cade a pezzi a quest’ora sulle terre del Sud
un tramonto da bestia macellata.
L’aria è piena di sangue,
e gli ulivi, e le foglie del tabacco,
e ancora non s’accende un lume.

Un bisbigliare fitto, di mille voci,
s’ode lontano dai vicini cortili:
tutto il paese vuole far sapere
che vive ancora
nell’ombra in cui rientra decapitato
un carrettiere dalle cave. Il buio,
com’è lungo nel Sud! Tardi s’accendono
le luci delle case e dei fanali.

Le bambine negli orti
ad ogni grido aggiungono una foglia
alla luna e al basilico.


[Vittorio Bodini, da Tutte le poesie, Besa 2010]

domenica 17 agosto 2014

Io sono verticale di Sylvia Plath




[Ideato e prodotto da Marina Minet]

Non essere un segreto di Daniela Monreale


Non essere un segreto non mordere
il vero tra le labbra

fai dei tuoi occhi due finestre
due rami due ortensie
sul giardino del tuo amore

prestami le chiavi
aprimi il cancello
fammi dondolare al sole

[Daniela Monreale - da Voci dal sottobosco]