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venerdì 18 novembre 2022

Una poesia di Marina Minet




Cosa sogneremo domani
quando lo spavento diventerà una storia
trascritta come un gesto già compiuto
da raccontare antica come il pane.
Cosa penseremo domani
benedicendo il grano sui gradini
mentre i tralci dell’uva già raccolta
cadranno sbiaditi sotto i passi.
Cosa seguiremo domani
senza le vesciche della corsa
senza la sabbia incollata alle infradito
senza una preghiera segnata in calendario
da recintare gioia tutt’insieme.
Cosa guarderemo domani
maturi come le parole
un treno sempre in sosta sui binari
per tante scarpinate da confidare al cielo.
Eravamo ciechi proprio ieri
con gli alberi a ridosso
la bocca sudata dall’amore
e il grido dei bambini nelle piazze.
Cosa conteremo domani, mio Dio
le schiene distese sulla terra
e miglia di zattere per file già sommerse
ora che a stento sonnecchiamo
chiudendo le finestre in faccia all’altro
in una guerra che tutti ci perdona.

(#Restiamo a casa)

[Marina Minet - inedito]

giovedì 24 febbraio 2022

Soldati di Marina Minet

 

La guerra che ritorna


Quali lamenti racconta la terra
ieri le madri cullavano l’alba e ancora è così
Le braghe degli uomini puzzano ancora
si sente il latrato dei cani fin dentro le ossa
Gli estremi dei poli congiungono le frasi
di chi la pietà la conserva nei polsi
fra le lancette degli orologi rotti

Il no che richiude le porte
Le tasche dei morti contengono niente
l’ultima preghiera ch’era in vita
finita a metà con il pianto dell’infanzia
freddato dagli scoppi

soldati di rabbia per chi li comanda
soldati d’amore per chi li saluta
le file che restano rimpiangono la noia
gli abbracci segreti e i petali dei fiori
caduti sopra i tavoli
al grido dei bambini in festa 

(l’invasione, febbraio 2022)

[Marina Minet - inedito]

sabato 21 ottobre 2017

A Edith di Marina Minet





“Il Cielo non prende niente
    senza ripagare smisuratamente”
    (Edith Stein)

Arrivò così la sera
come una caduta di foglie al frangere del vento
e niente m’impaurì
né il silenzio né la pace
né la strada smarrita sulla fronte.

Quale schianto avrebbe potuto piegarmi
se la bocca benediva il fango
a ogni respiro
e tutte le pietà sembravano straniere
riflesse nella croce di mio padre.

Arrivò così la sera, in un cercare di sguardi
col ticchettio dell’orologio come prova
di quell’attesa santa
deposta sulla sorte senza una preghiera.

(a Edith Stein)


[Marina Minet, da Scritti d'inverno, Print Me Editore 2017]

lunedì 17 settembre 2012

Veggente di Marina Minet


Quando la pioggia cominciò a bagnarmi
il cielo non reggeva nubi
c'era solo gente intorno
luci a festa raggianti di menzogna
brillavano a misura sopra il capo
come una bestemmia

L’onore del veggente sta nel pianto
nell’ora che non viene, ma assassina

chiude tutti i giorni in uno solo

All’orizzonte un nodo, la sorte
la crepa delle nubi, la pioggia
l’attesa
il lutto sul selciato

Il senso inavvertito quasi un’onda
il ventre
covato e partorito dal timore
l’avvenire


[Marina Minet - inedito
]

martedì 12 gennaio 2010

La pausa inferma di Marina Minet


È l’ora.
L’ora della culla uguale al grembo.
Se è vero che la sete può morire morirò di te
Premiandoti ruscello fino all’alba
Per fingermi deserto all’imbrunire

Chiedimi il pensiero: la terra rovinata e il suo concime.
Provami le ossa: le ruvide stampelle senza braccia.
I laghi bruciano tortuosi ed io m’immergo
Nuotando nel mio sogno
Finché libererò il respiro
E il vento parlerà per me

Chissà cosa dirà sfiorando l’erba,
la fletterà ragione e poi imprudenza
per confessarle mosso l’avvenire
tre piccoli minuti

La tavola ha il suo pasto e il pasto, le sue fauci,
Se c’ero ieri e prima, la fame era il mio vuoto,
Un lampo senza cielo o un raggio incerto.
E adesso nutro gli occhi e Dio lo sa

Fatica senza gloria: l’affetto è un disco muto
E il suono alle meningi mi ripete
Come preghiera sola eternità
Da esprimere murata

È l’ora.
L’istante che non c’è raggiunge il suo maltempo
Nel pianto la pioggia prende forma
Bagnando solamente la parola
Da farci un’illusione o l’infinito

Sei l’anima del tempo,
la carne ritornata che non può
E la mia luna febbre
Tutta neve

[Teresa Minet- da Poesie inedite]