venerdì 18 novembre 2022

Una poesia di Marina Minet




Cosa sogneremo domani
quando lo spavento diventerà una storia
trascritta come un gesto già compiuto
da raccontare antica come il pane.
Cosa penseremo domani
benedicendo il grano sui gradini
mentre i tralci dell’uva già raccolta
cadranno sbiaditi sotto i passi.
Cosa seguiremo domani
senza le vesciche della corsa
senza la sabbia incollata alle infradito
senza una preghiera segnata in calendario
da recintare gioia tutt’insieme.
Cosa guarderemo domani
maturi come le parole
un treno sempre in sosta sui binari
per tante scarpinate da confidare al cielo.
Eravamo ciechi proprio ieri
con gli alberi a ridosso
la bocca sudata dall’amore
e il grido dei bambini nelle piazze.
Cosa conteremo domani, mio Dio
le schiene distese sulla terra
e miglia di zattere per file già sommerse
ora che a stento sonnecchiamo
chiudendo le finestre in faccia all’altro
in una guerra che tutti ci perdona.

(#Restiamo a casa)

[Marina Minet - inedito]

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