martedì 24 gennaio 2023
Questo sentimento di nullità di Giuseppe Vetromile
venerdì 30 dicembre 2022
Fratello mio, tu caro di Anna Maria Curci
Mein lieber Bruder, wann bauen wir uns ein Floß
und fahren den Himmel hinunter?
(Ingeborg Bachmann)
Seppi volare un giorno questo cielo
distesi le ali in sogno -
(Fabio Micheli)
fratello mio, tu caro
pur se è finito il gioco
risaliremo il corso
su zattere, su chiatte
fratello mio, tu caro
dimentica l'apnea
la resa, andare a fondo
prima del salvataggio
fratello mio, tu caro
intoniamo quel canto
che travolti dai giorni
imparammo orecchiando
[da Insorte, Anna Maria Curci, Il Convivio 2022]
lunedì 19 dicembre 2022
Due di Erri De Luca
venerdì 18 novembre 2022
Una poesia di Marina Minet
domenica 9 ottobre 2022
Tre fili d'attesa di Maria Pina Ciancio
E' uscito il nuovo libro
di Maria Pina Ciancio a cura dell'Associazione
Culturale LucaniArt con interventi interni di Anna Maria Curci, Abele
Longo e una stampa illustrata di Stefania Lubatti.
"Come non essere di parte dinanzi a una strada che spianandosi con grazia conduce teneramente alla meta. Ogni volta che una lettura intrattiene, in fondo aspiriamo a questo, sebbene nel mentre ci lasciamo cullare osservando con dovizia il suo paesaggio, che sia limpido o nebbioso, è questo che cerchiamo. Una meta compiuta, illuminante, dove grati e sfamati riposare con la certezza di una risposta nuova. Oltre l’ultimo verso di Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, ho trovato esattamente questo. L’esposizione poetica volta a una terra mai sepolta, pulsante come coscienza in sé, circondata da volti reali, tangibilmente compresi e amati e da luci sorelle molto care al mio sguardo. Nessuna ovvietà, nessuna imboscata nella sua poesia che fa del quotidiano quadri incisi sulla pelle. Solo devoto e umano splendore". (Marina Minet)
Talvolta basta uscire per strada
per riannodare gli orli
sfilacciati di un pensiero
Dopo
la guerra dell’inverno
c’è
chi parte e c’è chi resta
(…)
Gennaro
e Vincenzino
sillabano
il tempo
in
anelli di fumo irregolare
e
aspettano i ritorni
tra
la ringhiera scorticata
e
i gerani smarriti al grande cielo
*
C’è odore di fresco e di pulito la
mattina
quando esci sull’orlo spiegato della
strada
odore di pane e di giornali
e voglia di trovarsi dentro un’altra storia
magari in quella del barbiere
scampato ieri notte all’aggressione
che fischietta spensierato sollevando la
persiana
*
Ci sono notti difficili da dormire qui
per quel piccolo cane a tre zampe del
vicino
che abbaia in cima alle scale
e rivendica ai passanti
l’equilibrio sbilanciato e senza nome
della strada
poesie 2006-2007
(pag. 6)
Poesie
tratte da Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, a cura dell’Associazione
Culturale LucaniArt, settembre 2022
Maria Pina Ciancio di origine lucana è nata a
Winterthur (CH) nel 1965. Trascorre la sua infanzia tra la Svizzera e il Sud
dell’Italia, dove ha vissuto coniugando la passione per l’insegnamento a quella
per la poesia e la scrittura. Viaggia fin da quand’era giovanissima alla
scoperta dei luoghi interiori e dell’appartenenza, quelli solitamente
trascurati dai flussi turistici di massa, in un percorso di riappropriazione
della propria identità e delle proprie radici. Ha pubblicato testi che spaziano
dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i sue raccolte poetiche più
recenti ricordiamo Il gatto e la falena (Premio Parola di Donna, 2003), La
ragazza con la valigia (Ed. LietoColle, 2008), Storie minime e una
poesia per Rocco Scotellaro (Fara Editore, 2009), Assolo per mia madre (Ed.
L’Arca Felice, 2014) Tre fili d’Attesa (LucaniArt,
2022). Ha vinto diversi premi e d è inserita in antologie e riviste di settore.
Dal 2007 è presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt.
giovedì 24 febbraio 2022
Soldati di Marina Minet
La guerra che ritorna
Quali lamenti racconta la terra
ieri le madri cullavano l’alba e ancora è così
Le braghe degli uomini puzzano ancora
si sente il latrato dei cani fin dentro le ossa
Gli estremi dei poli congiungono le frasi
di chi la pietà la conserva nei polsi
fra le lancette degli orologi rotti
Il no che richiude le porte
Le tasche dei morti contengono niente
l’ultima preghiera ch’era in vita
finita a metà con il pianto dell’infanzia
freddato dagli scoppi
soldati di rabbia per chi li comanda
soldati d’amore per chi li saluta
le file che restano rimpiangono la noia
gli abbracci segreti e i petali dei fiori
caduti sopra i tavoli
al grido dei bambini in festa
(l’invasione, febbraio 2022)
[Marina Minet - inedito]