venerdì 30 dicembre 2022

Fratello mio, tu caro di Anna Maria Curci

 


Mein lieber Bruder, wann bauen wir uns ein Floß
und fahren den Himmel hinunter?
(Ingeborg Bachmann)

Seppi volare un giorno questo cielo
distesi le ali in sogno -
(Fabio Micheli)

fratello mio, tu caro
pur se è finito il gioco
risaliremo il corso
su zattere, su chiatte

fratello mio, tu caro
dimentica l'apnea
la resa, andare a fondo
prima del salvataggio

fratello mio, tu caro
intoniamo quel canto
che travolti dai giorni
imparammo orecchiando

[da Insorte, Anna Maria Curci, Il Convivio 2022]

lunedì 19 dicembre 2022

Due di Erri De Luca




Quando saremo due saremo veglia e sonno,
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
Saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.

[Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo, Feltrinelli, 2005]

venerdì 18 novembre 2022

Una poesia di Marina Minet




Cosa sogneremo domani
quando lo spavento diventerà una storia
trascritta come un gesto già compiuto
da raccontare antica come il pane.
Cosa penseremo domani
benedicendo il grano sui gradini
mentre i tralci dell’uva già raccolta
cadranno sbiaditi sotto i passi.
Cosa seguiremo domani
senza le vesciche della corsa
senza la sabbia incollata alle infradito
senza una preghiera segnata in calendario
da recintare gioia tutt’insieme.
Cosa guarderemo domani
maturi come le parole
un treno sempre in sosta sui binari
per tante scarpinate da confidare al cielo.
Eravamo ciechi proprio ieri
con gli alberi a ridosso
la bocca sudata dall’amore
e il grido dei bambini nelle piazze.
Cosa conteremo domani, mio Dio
le schiene distese sulla terra
e miglia di zattere per file già sommerse
ora che a stento sonnecchiamo
chiudendo le finestre in faccia all’altro
in una guerra che tutti ci perdona.

(#Restiamo a casa)

[Marina Minet - inedito]

domenica 9 ottobre 2022

Tre fili d'attesa di Maria Pina Ciancio


E' uscito il nuovo libro di  Maria Pina Ciancio a cura dell'Associazione Culturale LucaniArt con interventi interni di Anna Maria Curci, Abele Longo e una stampa illustrata di Stefania Lubatti.

"Come non essere di parte dinanzi a una strada che spianandosi con grazia conduce teneramente alla meta. Ogni volta che una lettura intrattiene, in fondo aspiriamo a questo, sebbene nel mentre ci lasciamo cullare osservando con dovizia il suo paesaggio, che sia limpido o nebbioso, è questo che cerchiamo. Una meta compiuta, illuminante, dove grati e sfamati riposare con la certezza di una risposta nuova. Oltre l’ultimo verso di Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, ho trovato esattamente questo. L’esposizione poetica volta a una terra mai sepolta, pulsante come coscienza in sé, circondata da volti reali, tangibilmente compresi e amati e da luci sorelle molto care al mio sguardo. Nessuna ovvietà, nessuna imboscata nella sua poesia che fa del quotidiano quadri incisi sulla pelle. Solo devoto e umano splendore".  (Marina Minet)

 

 

Talvolta basta uscire per strada 

per riannodare gli orli 

sfilacciati di un pensiero

 


Dopo la guerra dell’inverno

c’è chi parte e c’è chi resta

(…)

Gennaro e Vincenzino

sillabano il tempo

in anelli di fumo irregolare

e aspettano i ritorni

tra la ringhiera scorticata

e i gerani smarriti al grande cielo

 

*

 

C’è odore di fresco e di pulito la mattina

quando esci sull’orlo spiegato della strada

odore di pane e di giornali

e voglia di trovarsi dentro un’altra storia

magari in quella del barbiere

scampato ieri notte all’aggressione

che fischietta spensierato sollevando la persiana

 

*

 

Ci sono notti difficili da dormire qui

per quel piccolo cane a tre zampe del vicino

che abbaia in cima alle scale

e rivendica ai passanti

l’equilibrio sbilanciato e senza nome

della strada


poesie 2006-2007 

(pag. 6)


Poesie tratte da Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio, a cura dell’Associazione Culturale LucaniArt, settembre 2022


Maria Pina Ciancio di origine lucana è nata a Winterthur (CH) nel 1965. Trascorre la sua infanzia tra la Svizzera e il Sud dell’Italia, dove ha vissuto coniugando la passione per l’insegnamento a quella per la poesia e la scrittura. Viaggia fin da quand’era giovanissima alla scoperta dei luoghi interiori e dell’appartenenza, quelli solitamente trascurati dai flussi turistici di massa, in un percorso di riappropriazione della propria identità e delle proprie radici. Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i sue raccolte poetiche più recenti ricordiamo Il gatto e la falena (Premio Parola di Donna, 2003), La ragazza con la valigia (Ed. LietoColle, 2008), Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro (Fara Editore, 2009), Assolo per mia madre (Ed. L’Arca Felice, 2014) Tre fili d’Attesa (LucaniArt, 2022). Ha vinto diversi premi e d è inserita in antologie e riviste di settore. Dal 2007 è presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt.

https://cianciomariapina.wordpress.com/

giovedì 24 febbraio 2022

Soldati di Marina Minet

 

La guerra che ritorna


Quali lamenti racconta la terra
ieri le madri cullavano l’alba e ancora è così
Le braghe degli uomini puzzano ancora
si sente il latrato dei cani fin dentro le ossa
Gli estremi dei poli congiungono le frasi
di chi la pietà la conserva nei polsi
fra le lancette degli orologi rotti

Il no che richiude le porte
Le tasche dei morti contengono niente
l’ultima preghiera ch’era in vita
finita a metà con il pianto dell’infanzia
freddato dagli scoppi

soldati di rabbia per chi li comanda
soldati d’amore per chi li saluta
le file che restano rimpiangono la noia
gli abbracci segreti e i petali dei fiori
caduti sopra i tavoli
al grido dei bambini in festa 

(l’invasione, febbraio 2022)

[Marina Minet - inedito]

martedì 7 novembre 2017

Non mi lascerai annegare di Griselda Doka





IV.

Non mi lascerai annegare
quando il vento sfuma gli scogli
e la luce ferisce
le pupille dei gabbiani
non lasciarmi affondare 
ora che sono la tua preghiera disperata
e al ciel sereno
quella gratuita bestemmia
afferrami le dita
e conducimi a te
oltre le tue mani ci sono già stata
credimi
il porto è una grande menzogna
con navi pericolanti
che sanno di ruggine
e di acido che ti porti addosso
quando non distingui il sudore
dalle onde o dalle lacrime

(Griselda Doka, da Solo brevi domande esiliate, Fara Editore 2015)