sabato 29 ottobre 2011
Astri di Pasquale Vitagliano
Può esserci una stanza
senza centro di gravità?
Dove per pura volontà dell'altro
i mobili senza volontà ripetono
tutti i movimenti degli astri.
Puoi allora senza saperlo vedere
i divani subire la rotazione del sole,
così da sorgere lì dove c'erano i lumi,
retrocessi al nadir della loro rivoluzione.
Può essere dannata una vita senza pareti.
[Pasquale Vitagliano - da Il cibo senza nome]
martedì 6 settembre 2011
Ci sono giorni di Stefano Raimondi
Ci sono giorni che a raccontarli non basta, storie che non si sentono più, storture che s'imparano piano. E lo so da qui, da questo angolo imparato a memoria a malapena ieri.
[Stefano Raimondi - da Interni con finestre]
giovedì 25 marzo 2010
E' accettare questo continuo di Aldo Ferraris
.
E' accettare questo continuo
vedere prima che la vita accada
prima che qualcuno bussi
e qualcosa si compia definitivamente
E' questo tirare la fune del destino
sperando che il cielo ci segua
come un aquilone, è il non sapere
che ci salva, irrimediabilmente
[Aldo Ferraris - da Qualunque cosa]
E' accettare questo continuo
vedere prima che la vita accada
prima che qualcuno bussi
e qualcosa si compia definitivamente
E' questo tirare la fune del destino
sperando che il cielo ci segua
come un aquilone, è il non sapere
che ci salva, irrimediabilmente
[Aldo Ferraris - da Qualunque cosa]
domenica 24 gennaio 2010
I miracolati di Paola Loreto
Li vedi quelli che disgrazia
li coglie: hanno un solco nella
faccia che non sanno più
colmare e gli zigomi alti
a pelle tesa del tamburo.
Non gli ridono gli angoli degli occhi
e non gli vengono i secondi pensieri
perché cercano i primi.
Ma vanno sereni. Non c'è strada
che non abbiano percorso, né meta
che gli manchi di doppiare.
Rivisitano il luogo
del loro sollievo e del piacere
che nessuno abbandona, nella vita,
per sempre. Vorrei avere lunghe dita
per toccargli la testa e farli girare
avanti, dov'è ora. Cambia perfino
il pigmento delle palpebre
se speri e non si chiudono.
[Paola Loreto - da Addio al decoro]
giovedì 14 gennaio 2010
Sosta di Eleonora Bellini
Amore mio, ti lascio
tutti i monti che ci separano,
tutti i repertori che ti servono,
tutti i telefoni muti e pervicaci,
tutti i bar a riparo delle piogge
e tutto il cielo per guardare stelle
e rondini e spiccare immacolate
libertà di volo. Però tu
lasciami l'amore, il suo turbine
di vento (ed io la foglia).
Lasciami l'amore, amore,
che te lo regali; come un frutto
rubato nell'alba alla rugiada.
[Eleonora Bellini -da Il rumore dei treni]
martedì 12 gennaio 2010
La pausa inferma di Marina Minet
È l’ora.
L’ora della culla uguale al grembo.
Se è vero che la sete può morire morirò di te
Premiandoti ruscello fino all’alba
Per fingermi deserto all’imbrunire
Chiedimi il pensiero: la terra rovinata e il suo concime.
Provami le ossa: le ruvide stampelle senza braccia.
I laghi bruciano tortuosi ed io m’immergo
Nuotando nel mio sogno
Finché libererò il respiro
E il vento parlerà per me
Chissà cosa dirà sfiorando l’erba,
la fletterà ragione e poi imprudenza
per confessarle mosso l’avvenire
tre piccoli minuti
La tavola ha il suo pasto e il pasto, le sue fauci,
Se c’ero ieri e prima, la fame era il mio vuoto,
Un lampo senza cielo o un raggio incerto.
E adesso nutro gli occhi e Dio lo sa
Fatica senza gloria: l’affetto è un disco muto
E il suono alle meningi mi ripete
Come preghiera sola eternità
Da esprimere murata
È l’ora.
L’istante che non c’è raggiunge il suo maltempo
Nel pianto la pioggia prende forma
Bagnando solamente la parola
Da farci un’illusione o l’infinito
Sei l’anima del tempo,
la carne ritornata che non può
E la mia luna febbre
Tutta neve
[Teresa Minet- da Poesie inedite]
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