martedì 12 gennaio 2010

La pausa inferma di Marina Minet


È l’ora.
L’ora della culla uguale al grembo.
Se è vero che la sete può morire morirò di te
Premiandoti ruscello fino all’alba
Per fingermi deserto all’imbrunire

Chiedimi il pensiero: la terra rovinata e il suo concime.
Provami le ossa: le ruvide stampelle senza braccia.
I laghi bruciano tortuosi ed io m’immergo
Nuotando nel mio sogno
Finché libererò il respiro
E il vento parlerà per me

Chissà cosa dirà sfiorando l’erba,
la fletterà ragione e poi imprudenza
per confessarle mosso l’avvenire
tre piccoli minuti

La tavola ha il suo pasto e il pasto, le sue fauci,
Se c’ero ieri e prima, la fame era il mio vuoto,
Un lampo senza cielo o un raggio incerto.
E adesso nutro gli occhi e Dio lo sa

Fatica senza gloria: l’affetto è un disco muto
E il suono alle meningi mi ripete
Come preghiera sola eternità
Da esprimere murata

È l’ora.
L’istante che non c’è raggiunge il suo maltempo
Nel pianto la pioggia prende forma
Bagnando solamente la parola
Da farci un’illusione o l’infinito

Sei l’anima del tempo,
la carne ritornata che non può
E la mia luna febbre
Tutta neve

[Teresa Minet- da Poesie inedite]

lunedì 4 gennaio 2010

E dire che avrei voluto dormire di Gabriella Maleti


E dire che avrei voluto dormire (o morire)

con tutto quel che sapevo.

Troppo tardi. Ciò che credevo di sapere impediva
il sonno.


[Gabriella Maleti - da Poesie]

lunedì 2 novembre 2009

Ti aspetto ogni giorno di Alda Merini


Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.


[Alda Merini - da Clinica dell'abbandono]

martedì 21 luglio 2009

E' sempre il corpo a soffrire di Franco Arminio


È sempre il corpo a soffrire.

L'anima resiste poche ore
poi si dissolve
dichiarandosi.


[Franco Arminio -Poesie]

venerdì 17 luglio 2009

Notturno di Alfonso Gatto


I bambini che toccano il clamore

e le spoglie invisibili di piume
che vanno al proprio lume.
Forse l'amore è sempre un altro amore
e l'odore del ricordo un altro odore,
di là dove nei muri voce a voce
s'ccostano le case, dove al buio
fresco dei baci la stradina è stretta,
sempre più stretta. Resta il tremolio
della notte con noi, nelle tue braccia.

[Alfonso Gatto - da Ultime poesie]