lunedì 25 giugno 2007

Maternità del marrone di Anna Maria Farabbi


Nella mia terra mi
guardo come dentro un bacile
dove si è infeltrito
l'oceano.

Mi tinge il dito se la tocco
e me lo fa albero
con le radici in cima
che bucano il cielo.

[Anna Maria Farabbi - da Adlujè]

martedì 12 giugno 2007

Preferisco venire dal silenzio di Valerio Magrelli


Preferisco venire dal silenzio
per parlare. Preparare la parola
con cura, perché arrivi alla sua sponda
scivolando sommessa come una barca,
mentre la scia del pensiero
ne disegna la curva.
La scrittura è una morte serena:
il mondo diventato luminoso si allarga
e brucia per sempre un suo angolo.

[Valerio Magrelli -da Ora serrata retinae]

martedì 29 maggio 2007

Dolcissimo è rimanere di Patrizia Cavalli


Dolcissimo è rimanere
e guardare nella immobilità
sovrana la bellezza di una parete
dove il filo della luce e la lampada
esistono da sempre
a garantire la loro permanenza.

[Patrizia Cavalli -da Poesie]

giovedì 24 maggio 2007

In più si portano dentro di Remo Rapino


Sono uccelli strani e senza ali
gli uomini, in più si portano dentro
la fatica del sogno e le luci al neon,
a volte scrivono con la mano destra
lettere che vanno lontano per dire
che stanno bene, la sera ascoltano
voci per non sentirsi soli, fanno
piccole cose, tirare pietre nell'acqua
ad esempio dalla riva nuda del mare.
E consumano il tempo graffio a graffio
regni invisibili invocando e nomi
o semplicemente un inverno più chiaro.

[Remo Rapino -La vita buona]

giovedì 17 maggio 2007

Spezzi il pane con gesti lenti di Domenico Cipriano

.
Spezzi il pane con gesti lenti
quasi a moltiplicare il tempo
sfamare gratitudine di affetti
e la Fede ci consola oltre le grate
col pane divenuto il nostro tempo
consacrato, il rifugio dai bisogni
la pace clandestina nell’Eterno.


[Domenico Cipriano - da Il pane e il saio, la prima luce]

martedì 15 maggio 2007

Un cenno appena di Francesco Scarabicchi


Scegli chi se ne va, chi non rimane
oltre l’ora di cena e si congeda
con l’umiltà discreta che non parla,

un cenno appena con la mano, il gesto
stabilito da sempre e inconfessato.

Così fu o così almeno lo rammento,
lui che s’alzò guardando già la porta,

sorridendo gentile come in sogno,
lasciando quella stanza e una città

che nemmeno s’accorse del suo viso.

[Francesco Scarabicchi -da L’esperienza della neve]